I dispositivi come le stufe a pellet, in virtù della loro progettazione, non devono essere quindi alimentati soltanto con i pellet di alta o bassa qualità, ma anche e soprattutto con gli scarti della lavorazione agricola ovvero i rifiuti naturali: tra questi gusci di mandorla, i nocciolini di oliva, il mais o il cippato di legno.
Il risparmio e l’ecosostenibilità di questa scelta sono evidenti, e permettono di tagliare di molto la bolletta, soprattutto se si opera in sinergia con il lavoro agricolo.